venerdì 21 giugno 2013

Parole in Libertà #3 - Tempo d'estate?

Tempo d’estate, tempo di mare, di sole, di ragazze svestite che camminano per strada o si crogiolano al sole (sì, sì ho capito. Va bene! Anche di ragazzi…).

Ma non per tutti.

Perché c’è chi in questo periodo sta affrontando qualcosa di importante, qualcosa che segna il passaggio da un mondo fatto di certezze ad uno fatto di incertezze.
E’ l’esame di maturità.
Riflettiamo un po’ sul valore di questo esame, ok?
Vediamo…ci sono!
Lo Hobbit. Il film, il libro, non importa. Quello che conta è il contenuto.
Il giovane Bilbo Beggins vive nella contea. Sa che c’è un mondo vastissimo lì fuori ma se ne batte il batacchio. Lui nella contea ci vive benissimo, è tranquillo. Poi arriva un vecchio stregone rompiscatole e insieme a lui arrivano anche dei nani che gli invadono casa. Il vecchio dice: ti va di far parte di questo gruppo e di partire per un’avventura?
Stessa cosa capita a migliaia di personaggi, che siano televisivi, cinematografici o letterari non fa differenza.


E’ quello che in gergo gli scrittori chiamano “entrata nel mondo straordinario”, cioè quel momento in cui il protagonista della storia mette i piedini fuori dalla soglia di casa sua e guarda il mondo (da un oblò! Ah-ah!) reale per la prima volta nella sua esistenza.
E sapete cosa pensa il protagonista della storia?
“Minchia! E ora?”

Torniamo al mondo reale. Torniamo al nostro esame.
Una volta terminato ed aver appurato che il proprio voto è superiore o uguale a 60/100 la reazione che si ha non è di certo: “Minchia! E ora?”.
Nah! E’ un misto di confusione e gioia e…senti il profumo di quella cosa che ogni studente ha sempre voluto con ogni oncia del proprio corpo. Libertà.
Poi l’euforia scema e pian piano sopraggiunge il: “Minchia! E ora?”
O almeno questo è quello che pensa la maggior parte della gente una volta presa coscienza del fatto che non ci saranno più le campanelle a scandire il tempo, le persone da vedere tutti i giorni con cui condividere gioie e dolori, i professori  da affrontare per ottenere un voto il più alto possibile, le ricreazioni, i compiti a casa o quelli in classe, il marinare durante il giorno in cui quella di matematica interrogava e tu non avevi fatto una sega il giorno prima. Insomma tutte quelle cose che attaccate l’una all’altra, come un puzzle, andavano a formare il quadro perfetto di una vita di routine che, forse, non era libera come la si voleva ma almeno aveva una direzione ben precisa e non era piena zeppa di dubbi assillanti del tipo:
- “Che devo farne della mia vita?”.
- “Cosa farò adesso?”
E sapete perché si arriva a questo particolare stato d’animo
Perché la libertà spiazza.
Fa paura.
E’ inutile girarci intorno e dire “no, non è vero, io non ho paura”, si mente a se stessi.
La paura è in noi, fa parte di noi, è istintuale.

Facciamo un esperimento? Eh?
Procuratevi un cane domestico, accudito e coccolato. La sua vita è sistematicamente scandita per anni e anni da una routine ben precisa con qualche piccola variazione occasionale. L’animale sta bene. Non è libero ma sta da dio!
Ora prendete quell’animale e, con molta gentilezza e calma… piazzategli un calcio in culo e fatelo volare fuori dalla soglia di casa vostra.
Fatto?
Sì, lo so, questo è maltrattamento. E’ un esempio, non fatelo a casa.
Proviamo dunque ad osservare questo esemplare di animale che abbiamo immerso nel mondo reale e cerchiamo di studiarne i comportamenti.
E’ libero, potrebbe fare quello che vuole: pisciare per terra, scacazzare dovunque, mordere qualsiasi cosa gli capiti a tiro, mangiare quello che gli pare, correre, saltare, abbaiare e nessuno stupido essere umano sarebbe lì a dirgli “Questo non si fa!” o “Riporta il bastone!” o “Seduto!”.
Trema, si guarda intorno spaesato, non sa cosa fare.
Ha paura.

Bene, adesso se calcoliamo che anche noi siamo animali, almeno in parte, non è difficile credere che in una situazione in cui abbiamo l’assoluta libertà su noi stessi la paura di quella stessa libertà che tanto abbiamo sognato durante il periodo scolastico ci pietrifichi a tal punto da immobilizzarci per bene per qualche periodo.
C’è chi se ne fa una ragione, si scrolla la paura di dosso da subito,  e va avanti come un treno, spesso senza neanche pensare a quello che vorrebbe fare realmente, e chi si ferma comprendendo che da quel momento in poi ,da quando vedi il voto accanto al tuo nome, inizia la vera avventura.
L’avventura della Vita Vera nel Mondo Reale. Fatta di sconfitte, vittorie, sacrifici, perdite, guadagni, speranze e sogni. In cui ognuno prende la propria strada e non importa se la strada che si sceglie sembra sbagliata o infruttuosa a chi vi sta attorno, l’importante è che la si percorra con decisione fino a raggiungere il proprio obbiettivo, qualunque esso sia.
Scrivete la vostra storia senza avere timori per il futuro.

Da parte mia, intanto, i migliori auguri per questo ingresso nel mondo straordinario a tutti i maturandi.

Che la forza sia con voi (dicono i Jedi).


Nessun commento:

Posta un commento