venerdì 18 gennaio 2013

TOPPI TENNI

<<Uh! Coff! Coff! È tutto impolverato! Togliamo un po’ di ragnatele va!>>

Manco da un sacco dalle mie pagine, dal mio angolo personale di web, eppure non me faccio un cruccio. Sapete? Ho scoperto che scrivo soltanto quando mi va, quando mi sento ispirato. Di certo non ci vuole un grande sforzo per scrivere quattro cagate ma, oh, fatelo voi.

Ci siamo lasciati le feste alle spalle e il 2012 è appena passato.

A proposito, Maya…sucate.

Dicevamo, un anno è passato ed è tempo di bilanci, per questo tiro fuori dal cilindrone della magggia mistica la mia personale lista dei 10 giochi giocati l’anno passato che mi sono piaciuti di più. No, non farò anche la lista dei giochi che mi hanno fatto cagare perché…perché c’è già chi lo fa.

PREMESSA PARACULA TIME!

Sono giochi che sono piaciuti A ME. A qualcuno che legge non è piaciuto un titolo o addirittura tutti? stiquatsi. E non farò delle mega analisi dettagliatissime pixel per pixel. Due parole per titolo e bon.

Detto ciò iniziamo con la carrellata dei dieci giochi, giocati nel 2012, che mi sono piatti di più.


10

Assassin’s Creed Revelation

E che gli vuoi dire ad Ezio Auditore anziano version? Niente. Il personaggio ha carisma (non ho mai capito come da giovincello di una famiglia importante si sia trasformato automaticamente in un assassino provetto, ma questa è un’altra storia) e il gameplay è quello solito della serie.
Storia carina e che non aggiunge quasi niente alla trama principale della saga.
Come sempre i ragazzi di Ubisoft si sono impegnati al massimo per cercare di ricostruire alla perfezione l'antica Istanbul e ci sono riusciti.
 Un bel mega DLC diciamo. Sicuramente evitabile però se piace la saga fa il suo lavoro.

9

Hell Yeah! L’ira funesta del coniglio morto

Il protagonista di questo platoform in 2D prodotto da SEGA è Ash, una specie di principe degli inferi con l’aspetto di un coniglio scheletrico e caspita non esagero se affermo che è uno dei personaggi più divertenti di questa generazione. La trama, forse una delle più assurde ed imbecilli della storia dei videogames, è abbastanza semplice e funziona come pretesto per far iniziare il gioco.
Sono state rubate 100 foto che ritraggono Ash insieme alla sua paperella da bagno. Ogni foto è posseduta da un mostro. Il nostro scopo è quello di recuperare tutte le foto uccidendo, con la nostra sega circolare, i mostri che le possiedono, in modi che fanno davvero spanciare dalle risate, e scoprire chi è l’artefice di questo “sputtanamento” ai danni del nostro protagonista.
Il meccanismo dell’humour è innescato da situazioni assurde, personaggi fuori di testa e da numerose citazioni che strizzano l’occhio agli appassionati. La grafica cartoonosa e super colorata rende bene e l’originalità dei livelli fa si che non ci si annoi facilmente.
All’interno c’è anche un piccolo giochino gestionale in grado di spezzare l’azione del gioco con qualcosa di più tranquillo e tante cosine da collezionare (che non mancano mai). Cercate un bel platform 2D per passare del tempo? Volete del divertimento puro e leggero come quello che regalavano i giochi di una volta? Scaricate Hell Yeah! Dallo store, non ve ne pentirete!

8

Megaman: Maverick Hunter X

Avevo già parlato a queste coordinate del gioco in questione, soprattutto riguardo il fattore difficoltà. Non è la mia prima esperienza con questa saga, avevo giochicchiato qui e là ad alcuni capitoli per NES, però è il primo episodio che riesco a completare. 
 Megaman: Maverick Hunter X è un remake di Megaman X per il Super Nintendo e, avendo giocato e completato successivamente anche la versione per SNES, posso affermare che i giochi sono perfettamente uguali per gameplay e feeling dei controlli. Cambia giusto qualcosina nell’impostazione di uno o due livelli, per il resto è come giocare al classico Megaman X. Chicca abbastanza interessante: il gioco, oltre ad avere la grafica in 3D e le musiche riadattate, presenta parti di un’anime (creato apposta per il gioco) che spiega vari passaggi della trama.
Una volta completato il gioco sarà possibile gustarsi un anime completo di circa 20 minuti che ha la funzione di prologo e sarà possibile giocare l’avventura nei panni di Vile. No, non è una skin del protagonista come pensavo, ma si tratta di un personaggio a tutti gli effetti con le proprie armi e mosse oltre ad una propria storia. 
L’unica vera pecca, oltre a qualche piccolo calo di frame rate, è la mancanza totale di localizzazione in italiano. E’ acquistabile dal PSN per 9,99 e recentemente è stato anche scontato. Se non lo avete mai giocato e avete una PSP non pensateci due volte e prendetelo perché saprà darvi ore e ore di divertimento.

7

Shadow of The Damned

Io dico, come si fa a non cagarsi di striscio un gioco del genere?! Come fa un titolo così a vendere poco?! La risposta credo di saperla. Non ha il nome di un brand famoso in copertina. Shadow of The Damned è una figata apocalittica. 
 Per creare questo TPS a tinte Horror si sono messe insieme 3 personalità mica da ridere e sono: Shiniji Mikami, (creatore di un certo Resident Evil) Akira Yamaoka (che cura le musiche di Silent Hill) e Suda51 (un pazzo dalla mente deviata male che ha capito una cosa fondamentale sul come creare un videogioco e cioè: Non importa quanto sia fuori di testa o violento un gioco, l’importante è che diverta. Creatore di No More Heroes).
Ci troveremo sin dai primi momenti di gioco a dover affrontare situazioni degne dei più assurdi trip che umana mente possa fare sotto effetto di allucinogeni pesanti. Il protagonista, Garcia Hotspur, è un tamarro messicano pieno di tatuaggi dalla parolaccia facile e dal coraggio immenso. Che lavoro fa? No, niente, solo il cacciatore di demoni. Solo che ha rotto le palle al demone sbagliato stavolta. Ed ecco che in un quattro e quattr’otto ci ritroviamo a dover salvare dalle grinfie di Fleming, il signore degli inferi, la nostra amata Paula. 
A farci compagnia ci sarà Johnson, un demone a forma di teschio dal forte accento Inglese, dai gusti raffinati e dotato di un fantastico sense of humour, che sarà in grado di trasformarsi in armi o in oggetti utili quali moto o torce per illuminare il cammino. Il gioco è a metà tra il comico e il drammatico e alterna situazioni surreali a situazioni piene di pathos. La trama fila liscia, i momenti di noia sono inesistenti. L’unica cosa che fa un po’ storcere il naso è il sistema di mira adottato, sicuramente potevano impegnarsi di più ed adottare una meccanica diversa e più comoda.

6

Binary Domain

Dovrei ripetere anche qui il discorso sulle poche vendite ma l’ho già fatto parlando di Shadow of The Damned ergo vado subito al sodo. Io credo che questo, insieme a Vanquish, sia il migliore TPS con coperture alla Gears of War che ci sia in circolazione.
Contiene: azione frenetica, personaggi carismatici e pieni di personalità, una profondità di trama che si vede raramente, e orde di robot da crivellare di colpi. Che poi ‘sti bastardi non vanno giù mica tanto facilmente. Sono robot, frantumagli un arto e sono ancora in piedi su una gamba che ti sparano, mica quei morbidi colleghi umani o alieni. A livello di difficoltà più elevato rappresenta anche una sfida notevole rispetto ai canoni odierni. Niente cazzate, sparare sì, ma non alla Rambo e attenti ad uscire dalle coperture senza preoccupazioni che bastano due o tre colpi e SBEM! Morto a terra!
Una delle meccaniche che questo gioco ha introdotto è il sistema di fiducia dei personaggi. Tra uno scontro e l’altro vi troverete ad affrontare innumerevoli dialoghi con i vostri compagni di squadra. “Sai che novità” dirà qualcuno, e qua casca l’asino. Perché non è che potete rispondergli alla cazzo “tanto non importa”, qui i dialoghi sono importantissimi! Servono a creare fiducia fra voi e la vostra squadra e, credetemi, non è una cosa da prendere sotto gamba, direbbe Osvaldo Paniccia.
Immaginate questa situazione: Orde di robot che escono fuori da ogni porta vi sparano addosso tutto quello che hanno. Voi siete al riparo e con voi c’è anche la vostra squadra. Non potete cavarvela senza rischi perciò fate un bel respiro e ordinando alla squadra di coprirvi vi gettate nella mischia cercando di far fuori quanti più robot possibili. Ok, ora mettiamo caso che con parte della squadra ti ci sei appena mandato a fanculo durante un dialogo. Ci siete? Ottimo. Siete morti. Non vi coprono, non vi rianimano se crepate, non avanzano né indietreggiano se glielo chiedete, è già tanto che sparano pure loro. Se invece, durante i vari dialoghi, siete riusciti a guadagnarvi la fiducia della squadra vi assicuro che tutto fila decisamente più liscio. Se utilizzate il sistema vocale, cosa che secondo me aumenta l’immedesimazione di millemila punti, state attenti a mandare a quel paese la gente perché i personaggi sono sensibili ed un “ma che cazzo fai?!” di troppo potrebbe far scendere la fiducia di qualcuno di qualche punto. Va giocato, assolutamente e per il prezzo che ha sugli store UK (preso da zavvi a 12 euro senza spedizioni) credetemi ne vale esageratamente la pena.



5

Rayman Origins

Finalmente gioco ad un bel gioco di Rayman senza quei dannatissimi conigli del piffero che avevano scassato i marron glacé. Che dire, avete presente quel primo episodio per playstation? Ecco, mai visto nulla di più simile. Perché simile? Perché pur avendo quasi lo stesso stile grafico devo dire che l’HD fa la sua porca figura, rendendo questo Rayman Origins uno dei più bei giochi, a livello visivo, che io abbia mai giocato.
Sicuramente molto più scanzonato rispetto ai predecessori, regala dei genuini momenti di divertimento ed un buon livello di sfida, anche se non arriva alla difficoltà del primo episodio che era qualcosa da strapparsi le unghie dalle dita, con una pinza, per la frustrazione.
Faccio una piccolissima parentesi sulle musiche presenti in questo titolo. Quello che un videogioco rimane nella nostra mente, oltre ai personaggi, solitamente sono le musiche. Rayman Origins è pieno di canzoncine che difficilmente usciranno dalla vostra testa e sono sicuro che le ricorderete anche dopo anni e anni.
Una perla da avere, un platform 2D ottimo sotto tutti i punti di vista in un mare di FPS e TPS senza carisma.


4

Borderlands

Borderlands è un FPS con elementi GDR e il sistema di loot, delle armi e delle missioni, mutuato dai grandi capisaldi del genere MMORPG. Fallout che incontra Doom e tutti e due si vanno a fare una passeggiata con World of Warcraft. 
Giocato da solo può avere il suo perché ma l’anima del gioco è nel multiplayer. Perché un conto è affrontare tutto quello che ti si para davanti da solo e un’altra è avere qualcuno che ti sostiene e ti spalleggia. Qualcuno con cui scambiare le armi, qualcuno che guida il baggy o che spara con il cannone montato sopra la vettura, qualcuno che ti rianima quando ne hai bisogno.
Io l’ho giocato in split screen con mio fratello ed abbiamo passato 3 giorni attaccati alla console come non facevamo da anni. Ci guardavamo e sapevamo che era il momento di imbracciare le armi e salire a bordo della nostra buggy pronti a scorazzare per il mondo di gioco desolato, affrontando i pericoli che ci si paravano davanti.
E anche se si moriva e ci si insultava a vicenda si ricominciava e una volta ucciso un boss particolarmente ostico erano 5 alti, pacche sulle spalle e complimenti a vicenda. Sì, lo so, tralascio la grafica (un buon cell shading) il sonoro (Il tema principale è da urlo) la trama (l’unica grande pecca di questo gioco, specie il finale) e tutta la questione sulle quattro classi da utilizzare nel gioco e del sistema di miglioramento con le armi. Ma vedete, quando un gioco ci fa provare questo senso di: "cazzo io e mio fratello spacchiamo i culi insieme in un mondo post-apocalittico e ci stiamo divertendo come i pazzi!", il resto è secondario. Specie in un gioco come Borderlands. Prendetene e giocatene tutti! In attesa di poter giocare il 2, ovviamente.



3

Sonic Generations

Quel poveraccio del porcospino blu ha avuto dei veri e propri momenti di merda con il passaggio dal 2D al 3D. Ha inanellato (questa è sottile, chi la capisce è bravo) un insuccesso dopo l’altro. Fossero stati solo insuccessi di critica la cosa poteva anche non importare ma il problema è che sono tutti stati anche degli insuccessi per quanto riguarda le vendite. E quando il tuo gioco non vende e c’è scritto Sonic sulla copertina, c’è solo una spiegazione: è brutto.
E così il saettante porcospino ha passato anni nel baratro lì insieme alle vecchie glorie che non ce l’hanno fatta come Crash, Megaman, Spyro eccetera. Fortunatamente qualcuno si di Sega si è reso conto che Sonic in 3D non ha ragione di esistere ed ha ben pensato di tirare fuori Sonic 4. Grafica 3D ma sistema di gioco in 2D e finalmente sembrava di rigiocare ai vecchi titoli per le console Sega. Dopo il 4 ecco che esce fuori Sonic Generations, creato in occasione del ventennale. 
Il gioco si basa sull’utilizzo di 2 diversi Sonic. Quello del passato, che percorrerà i suoi livelli come il classico Sonic in 2D, e quello del futuro, che percorrerà i livelli a lui dedicati in 3D ma anche in 2D (mi sa che hanno imparato). La difficoltà non è molto elevata e questo fa si che il gioco non offra un grandissimo livello di sfida, ma devo dire che si lascia giocare che è un piacere e nonostante tutto è anche abbastanza longevo. E poi, vuoi mettere finirlo al 100% per poi poter giocare su PS3 il primo caro vecchio Sonic The Hedgehog ? 2 giochi in uno.
Che vuoi di più? Ottime le musiche come la grafica super colorata che è una gioia per gli occhi. Sonic sta tornando? Chi lo sa! Ma se questo è il primo passo…siamo sulla buona strada. Mi rendo conto che forse sono un po' di parte ma...è del 1991...siamo coetanei e, a Sonic, ci sono troppo affezionato.

2

Portal 2

Scaricai il primo episodio gratis da Steam grazie ad un’offerta One Day Only di Valve. Ne avevo sentito tanto parlare ma non lo avevo mai giocato. Dopo le 3 ore che ci ho impiegato per finirlo avevo un’erezione che non vi dico. Sì, il gioco non era niente di particolare potrebbe dire qualcuno e sì, era anche brevissimo rispetto a moltissimi altri titoli però…era bello.
Perché il bello di un gioco non sta nell’avere trame complesse o nell’avere una durata superiore alle 15 ore. Puoi anche fare un gioco di 2 ore scarse ma se lo fai bene hai fatto centro amico. Il bello di Portal stava nella sua complessa semplicità, nello scervellarti su una particolare stanza, nell’ambientazione, nell’humour nero ed inquietante di GLaDoS.
E questo Portal 2 invece? Mah! Nulla di che. Longevità aumentata, difficoltà degli enigmi aumentata, nuove possibilità grazie all’introduzione dei gel, il simpaticissimo Weathley, anche lui dal forte accento inglese, che ci accompagnerà per buona parte dell’avventura è un personaggio favoloso, il ritorno di GLaDoS, la verità su di lei e sul centro Aperture Science, una trama che non ci sono parole per descriverla e una modalità a 2 giocatori che praticamente è un altro gioco completamente distaccato dal primo.
Devo dire altro? Alza il culo e vai a comprare questo gioco! Che tra l’altro è uno dei pochi che stuzzicano la corteccia cerebrale senza che ci sia bisogno di squartare o sparare alla gente.

1

I’Am Alive

<<Ubisoft ha dichiarato: "non ci sarà ne guerra, niente armi devastanti, né mostri che richiedono tonnellate di proiettili per essere abbattuti, ma solo un sacco di solitudine..."
Ed è proprio questo che I Am Alive trasmette, un profondo e soffocante senso di solitudine. Il personaggio non è il massimo della caratterizzazione e del carisma ma ho apprezzato questo. Credo che fosse intenzione dei ragazzi di Ubisoft Shangai quello di far immedesimare il giocatore nel protagonista, e questo riesce decisamente meglio con un personaggio dai tratti meno definiti. Un po’ come mi è successo per Gordon Freeman, mi sono immedesimato tantissimo in Adam e ho vissuto insieme a lui quelle atmosfere e quelle situazioni per tutte e 8 le ore in cui ci ho giocato.
Tecnicamente non è eccelso e si vede che graficamente non è al passo coi tempi ma in questo caso STICAZZI! Un po’ di imprecisione nei controlli durante le scalate ma niente di insormontabile. Difettucci che possono capitare. Il sonoro è buono, anche se è presente soltanto nelle fasi più concitate, anche qui credo sia stata una scelta stilistica per rendere meglio l’idea di solitudine e di “deserto”>>.
Questo è solo un piccolo estratto di ciò che scrissi di I Am Alive in un [Opinioni su…] dedicato. Vi lascio il link e forse capirete il perché questo gioco è in prima posizione.
Un gioco che, nonostante le evidenti lacune tecniche, mi ha saputo emozionare e coinvolgere più di quanto non abbiano fatto le cosiddette produzione "Tripla A". Giocatelo e mi ringrazierete di avervelo consigliato.

1 commento:

  1. Ti consiglio Vessel, per me è uno dei migliori giochi (indie) del 2010. Splendide atmosfere, enigmi elaborati ma mai frustranti, e gestione dei fluidi non indifferente.

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